Socioeconomia
UTILE EQUIEFFICIENZA
| Efficienza |~~~~~~>| Equità |
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<~~~ | Utilità | <~~~
È sempre la solita vexata quaestio: efficienza versus equità.
Si può avere equità con efficienza? Ed efficienza con equità? Le due sono necessariamente conflittuali? Per migliorare l’efficienza bisogna rinunciare all’equità? Perseguire l’equità implica sacrificare l’efficienza?
Il che richiama l’ancor più annoso dibattito sull’utilità: è meglio quella del singolo o quella della collettività? C’è un trade-off fra le due? È proprio necessario perseguirla?
Innanzitutto chiariamoci le idee su cosa si possa o si debba intendere per questi sommi concetti.
Efficienza significa trarre il miglior frutto possibile dalle risorse disponibili (comprese quelle umane) e non-come pur intende taluno-lavorare il più possibile.
Equità significa far sì che ciascuno abbia secondo i propri meriti e le proprie capacità e non-come intende talaltro-far sì che tutti abbiano la stessa quota di ricchezza.
Infine utilità è sia quella individuale sia quella collettiva, senza priorità dell’una sull’altra (o viceversa), come invece vorrebbero alcuni (o altri).
Messa così, la questione è da sé risolta: l’EFFICIENZA fa sì che ciascuno tragga il massimo da ciò che ha (di materiale o di immateriale) è così facendo si avrà automaticamente una EQUA distribuzione del reddito: i più meritevoli avranno di più e i meno meritevoli di meno (iniquo sarebbe semmai il contrario-come ahimè si verifica spesso oggi-:poco ai meritevoli e tanto agli altri, o lo stesso per tutti). In tal modo il singolo ha massimizzato la propria UTILITÀ e la società (intesa come somma dei singoli) anche.
Fra l’altro il circolo è virtuoso,si autoalimenta: la maggiore utilità (cioè soddisfazione individuale e collettiva) raggiunta è il miglior sprone possibile per un ulteriore miglioramento di efficienza, quindi a seguire di equità; e così via.
Tutto ciò è teoricamente perfetto.
Perché nella realtà il circuito non funziona?
Prescindendo da corruzioni,nepotismi ed altre distorsioni (che pur esistono ed abbondano), intanto perché i più non sono affatto EFFICIENTI e pure travisano il concetto di EQUITÀ,confondendolo con quello di livellamento, che in più desiderano/impongono senza neppure essere efficienti (o forse proprio per questo: ‘visto che siamo tutti ugualmente scarsi,che guadagniamo tutti-poco-uguale’); infine perché-sempre i più-perseguono esclusivamente una delle due UTILITÀ, solo quella individuale (i tanti egoisti) o solo quella sociale (i pochi altruisti): l’una non si può ottenere senza l’altra; bisogna essere buoni, non buonisti.