Altro che neuroni, cellule cerebrali e sinergie sinottiche tra i tessuti nervosi, per Luigi Pirandello il cervello umano è molto più semplice, composto da sole tre corde: la civile, la seria e la pazza.
L’utilizzo e la modulazione di queste tre corde regolano i rapporti fra gli uomini.
Nella splendida pièce teatrale dello scrittore siciliano, “Il berretto a sonagli”, rielaborata in lingua napoletana da Eduardo De Filippo, Ciampa vorrebbe utilizzare la corda seria e quindi parlare “seriamente” con la signora Beatrice, la moglie del suo padrone. Questo al fine di evitare una situazione scabrosa e negativa.
In effetti, Beatrice – gelosa del marito – per prendere il consorte “in castagna” con la moglie di Ciampa, escogita un tranello convocando Ciampa e inviandolo a Napoli a ritirare dei gioielli lasciati in pegno. La commedia scorre in maniera amabile tra l’isteria della coprotagonista e la saggezza della corda civile di Ciampa, esposto agli ordini della moglie del padrone.
Solo alla fine, Ciampa utilizzerà la corda pazza, evitando uno scandalo.
Quello che si conferma è la struttura artistica di Luigi De Filippo, un attore e un regista moderno, ma con lo spessore di leader, come quello che possedeva il vecchio Capo comico di una volta.
Quando appare sul palcoscenico, piccolo e con le gambe magri e sottili – che probabilmente nella vita quotidiana sono instabili e deboli – può sembrare un anziano signore, intestardito a continuare un lavoro che sarebbe meglio lasciare.
Invece, quelle stesse gambe, in teatro si trasformano in quelle di un gigante solidi e forti e, come Leonida Alle Termopili, difende la tradizione di un teatro classico e pieno di significato.
Si sente che, Luigi De Filippo, non solo si trova a suo agio sul palcoscenico ma lo ama profondamente come un figlio. È lui, oggi, il vero erede della tradizione teatrale dei De Filippo, sia del padre sia dello zio.
TEATRO CARCANO
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Fino al 8 febbraio