La borsa di una donna: segreta fonte di potere.
Dalle scarpe alle borse il passo è breve (e mi si perdoni il gioco di parole!).
Personalmente amo le borse capienti, quelle in cui infilarci la mano equivale a metterla in un cilindro magico, da cui spesso non si sa cosa verrà fuori (ma qualcosa ne uscirà sicuramente!). Nel corso del tempo (dallo zaino scolastico, passando per le borse da viaggio a quelle con l’occorrente per mia figlia) il loro contenuto non si è modificato di molto, e non perché non sia cresciuta! Pur essendo trascorsi gli anni e superate molte abitudini, nelle mie borse c’è sempre un po’ di casa, dell’ufficio, qualcosa della famiglia. Questo accessorio è in parte una sorta di rievocazione della “coperta di Linus”, e in questa veste gioca il ruolo dell’amica inseparabile, e in parte della più famosa di Mary Poppins, che in qualche modo richiama una forma di sicurezza.
La differenza fondamentale tra universo maschile e femminile nell’utilizzo di questo accessorio sta nel modo di concepirlo: mentre per molti uomini è un semplice mezzo per trasportare oggetti (pochi quelli che la apprezzano come accessorio di stile o vezzo!), per il “gentil sesso” rappresenta una parte importante del proprio mondo. Il suono del cellulare che sembra arrivare da lontano e non si raggiunge mai abbastanza celermente, tanto da costringersi al recall, o il mazzo di chiavi disperso nell’oscurità da cui uscirà magicamente quell’anello che non si trovava più, o i fazzoletti che non credevamo più di avere, sono soltanto alcune delle situazioni “tipo” a cui siamo abituate e a cui, nonostante tutto, non riusciamo a rinunciare!
E’ uno strumento potente e l’unico al quale un uomo non avrà mai accesso, perché “non si mettono le mani nella borsa di una donna”. Quelle rarissime volte in cui capita si chieda a qualcuno di prendere qualcosa dal nostro inseparabile accessorio, notiamo sui volti generarsi espressioni di sgomento, miste a terrore e ad una sorta di euforia e curiosità infantile. Che poi si debba fare da sole perché le nostre indicazioni non sono mai capite… è un altro discorso!
Secondo una ricerca di qualche tempo fa della InitialWashroom Hygiene il 20% delle borsette contiene più colibatteri di una toilette. Ma sfido chiunque a trovarli…insieme a molto altro. Enrica Tesio, blogger e scrittrice torinese, fa recitare così all’ultimo verso di una sua poesia “…In fondo alla borsa un segreto ha scoperto, è una chiave che apre un cuore già aperto: amare davvero è tra i doni, i più rari, non perdi alla fine, o vinci o impari”.
Variegato, vintage o modaiolo, l’universo delle nostre bags ne vanta di ogni genere, foggia e materiale. Si passa dal modello tondo al classico ed intramontabile bauletto, dal secchiello alla shopping passando per la “never full” (ovvero “mai piena”). Dietro ognuna di esse si cela uno studio, una idea, una immagine. Che poi diventino più o meno dettami di tendenza, questo è ininfluente, perché la borsa è un accessorio che attrae indipendentemente dal gusto corrente.
L’idea del bauletto, ad esempio, nasce nel 1930 ed è, almeno agli esordi, una versione ridotta della sacca “Keepall” con cui Louis Vuitton sbarca nel mondo della valigeria. Fu il primo pezzo della storia ad essere sia ripiegabile che impermeabile e diede il via ad una vera e propria rivoluzione, che presto virò verso la popolarità.Dai primi viaggi in auto alle lunghe tratte in treno, tutte le signore più eleganti ed alla moda dei primi del 900 non potevano non sfoggiare una Louis Vuitton, sinonimo di stile indiscusso e classe. La famosa tela monogram fu pensata appositamente per il bauletto, il quale fu realizzato nel 1859 con le stesse fattezze odierne. Inizialmente la si chiamò “Express” (per poi convertirlo in “Speedy”), così da sottolineare il modo di viaggiare. La sua fama tocca l’apice negli anni 60 quando diventa il “must have” del momento. Una giovane Audrey Hepburn, innamoratasene perdutamente, se ne fece realizzare una versione personalizzata, più piccola rispetto a quella in commercio.
Attualmente è in vendita in ben quattro versioni diverse, numerosi i brand che hanno provato ad emulare tale successo ma nessuno che è riuscito ad eguagliare l’eleganza e lo stile di un’icona di 80 anni.
La borsa è come una donna: invecchia difficilmente!