Ma per fortuna che c’era il Gaber!
Ci si può aspettare di tutto
“Ci si può aspettare di tutto…”, così inizia e così, avvolti dal buio del teatro, Gioele Dix apre il sipario all’amaro e critico umorismo di Gaber, alle mai banali parole sull’amore, ma anche alle sue canzoni più spensierate.
Quello che però sorprende al Franco Parenti di Milano è una serie di testi inediti di Gaber e Luporini, tirati fuori dai cassetti di qualche scrivania e messi a disposizione dalla Fondazione Gaber.
Con i brillanti arrangiamenti di Silvano Belfiore e Savino Cesario, fra ritmi jazz ed assoli di blues rock, scivolano i grandi temi gaberiani, trasportati dalla voce del comico e attore milanese.
Il rinnovato timore di una specie in via d’estinzione pervade l’anima dello spettacolo, le parole di Gaber echeggiano e tornano a sferzare i tempi nella parafrasi di Dix, l’amarezza persiste ma non vince.
Sì, la sua generazione può avere anche perso, ma finché viene messo in scena così, nonostante la voce non sia la sua, il Signor G è ancora presente.