Dante e il suo orologio
Ciò che più lega le nostre ultime curiosità allo studio della Divina Commedia è probabilmente il tempo. Non il tempo in quanto risorsa da dedicare agli altri, non quello atmosferico delle Cantiche, non quello inteso come percezione di una fisica incomprensibile, sulla quale tanto si è elucubrato. Vi siete mai chiesti a che ora Dante inizia il suo viaggio, o se la sua marcia rispetta una precisa tabella oraria?
Lo studio aggiornato del Professore Gioacchino Chiarini, rivela lo scandire del tempo nella Divina Commedia.
Sappiamo che il viaggio ultraterreno di Dante nei primi due Regni copre un arco temporale di sette giorni ed avviene in corrispondenza della Settimana Santa del 1300. Di più vaga definizione è soltanto il giorno della partenza: il dubbio è tra il 25 marzo e l’8 aprile, certo è che Dante scenderebbe all’Inferno nella sera del venerdì santo, ed approderebbe simbolicamente al Purgatorio la mattina della domenica di Pasqua.
Tuttavia, la cronografia durante il pellegrinaggio sembra rarefarsi. Gli intrecci e le connessioni numeriche, i disegni e i diagrammi della Commedia non mostrano mai esplicitamente da che ora a che ora hanno luogo le vicende, ma innumerevoli sono gli indizi disseminati nel poema: si riscontrano negli astri, nel sole, nei movimenti delle ombre, nella posizione della luna, nella disposizione dei personaggi stessi sulla scena. Così, intuiamo che è alle sei di mattina del primo giorno che il poeta si ritrova nella selva oscura; è alle diciotto che entra con Virgilio nella città dolente, mentre raggiungerà la spiaggia del Purgatorio ventiquattro ore dopo.
Ma per ambientare con successo gli spostamenti del Dante personaggio nella struttura geografica dei tre Regni, era necessario servirsi dei dati e delle teorie scientifiche del momento. È grazie ad esse che Dante inizia ad elaborare una precisa metrica simbolica delle distanze di ciascun Girone e ciascun Cerchio rispetto a Dio, per poi stabilire, per l’Inferno, due tipi di permanenza: entro la prima metà Cantica le visite ai dannati dovevano durare circa due ore per ciascuna diversa pena, un’ora e mezza nella restante metà. Le due ore sono quelle necessarie al sole per attraversare un dodicesimo di 300 gradi dell’orizzonte (proprietà ancora oggi assegnata ad ogni singolo segno zodiacale), un’ora e mezza copre un tratto di 22 gradi. Nell’Inferno la discesa di Dante e Virgilio nei Gironi avviene tenendo la propria sinistra, in armonia con i movimenti del sole; tuttavia, sono previste anche discese sulla destra, contrarie al movimento del sole e considerate, pertanto, controtempo, in senso antiorario. Ma come faceva l’autore a gestire l’impianto tecnico del poema, a tener sotto controllo l’organizzazione spazio-temporale?
Il retroscena della composizione poetica è una Commedia aritmetica, un background di calcoli matematici precisi e strumenti accurati, ora non più segreti. L’autore applicava a mappe circolari osservate dall’alto, il quadrante di un orologio meccanico, ad ore e frazioni di ora uguali. Ne risultava, semplicemente, un riquadro con dentro una croce. Lo strumento, così elaborato, diventava un orologio diviso in quattro quadranti, una sorta di diagramma cartesiano: sugli estremi opposti dell’asse orizzontale venivano allineati la mattina e la sera, su quelli dell’asse verticale il mezzogiorno e la mezzanotte. Ruolo capitale acquisiscono adesso le descrizioni astronomiche, per cui il lettore più attento riserva sempre particolare cautela. Nell’Inferno il solo a conoscere le congiunture degli astri in ogni momento, è Virgilio: è ad esse che il poeta latino fa ricorso quando deve indurre il viaggiatore ad affrettarsi o a non ritardare i tempi di permanenza, ugualmente alla guida non preme affatto anticipare gli orari prestabiliti come dimostrano sporadiche soste o piccole tappe aggiuntive.
Cosa accade, quindi, nella Commedia? Vi è il tentativo di dare un rigore matematico all’esplosione poetica o è lo splendore della poesia e delle lettere a tentare di ordinare il mondo per la prima volta? Probabilmente entrambe. Certo è che se dovessimo immaginare Dante come intellettuale contemporaneo, lo collocheremmo tra i più trasversali, con il piede in due scarpe: scienza e poesia.
Gabriele Cardinale, aprile 2023 – @Mozzafiato
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(Dal minuto 2.27)