Il successo dei peggiori
IL COSTO DELLA REGOLA
La regola protegge, indipendentemente dal fatto che funzioni o no, chi vi si è adeguato, chi ha ceduto ad altri, anzi, peggio, ad un sistema sovraordinato, il diritto di decidere per sé; e penalizza/discrimina tutti gli altri, rei di voler continuare a pensare e decidere con la propria testa. Ognuno può trovare esempi vicino a sé nel ridondante e faraginoso impianto burocratico e normativo del mondo che ci circonda.
Una società siffatta è votata, a livello individuale alla povertà (salvo i protetti, che per definizione non possono essere che pochi) e a livello collettivo alla staticità, alla vecchiaia delle menti e dei corpi; e alla decadenza.
Spesso poi la regola è dolosamente o almeno colposamente punitiva verso chi senza di essa, grazie alle proprie abilità, otterrebbe benefici superiori a quelli di chi ha imposto la regola stessa (o di coloro di cui si vuole ottenere il consenso): dunque serve per tutelare la propria inefficienza e sacrificare il merito altrui secondo il bieco ragionamento che se non posso/non riesco/non voglio ottenere una cosa io, allora non devono ottenerla neppure gli altri. Una specie di livellamento verso il basso d’autorità, con buona pace dei talenti e delle loro gratificazioni, del progresso e dello sviluppo, nonché del liberalismo.
C’è poi il costo occulto della regola: la frustrazione psicologica per non poter esprimere le proprie potenzialità in quanto tarpate appunto dalla regola stessa e per non riuscire, se la regola è pervasiva, ad aggirarla; quindi per dover sottostare a tutto un sistema di vincoli, obblighi, divieti che possono pure essere tollerati e ahimè spesso pure apprezzati dalle persone inette, banali e sottomesse, ma non dagli spiriti liberi, dinamici e capaci.
Danno e disagio solo individuale? Nient’affatto! Tutto ciò si traduce in minor produttività culturale,scientifica,tecnica,
Quindi niente regole? Ovviamente non è possibile né auspicabile; ma meno regole, solo quelle essenziali, meno bizantine, meno illogiche e meno merito-penalizzanti sì.