MATH IS (NOT) ART
Facile constatazione se pensiamo ai frattali (quelle strutture geometriche che si replicano al loro interno esattamente con la stessa forma, via via sempre più piccola) o alla simmetria perfetta di certi disegni prodotti sulla base di funzioni matematiche; in entrambi i casi (basti pensare a molti esseri viventi, animali o vegetali) soggetti creati pure dalla Natura, il più grande e perfetto architetto e ingegnere del mondo.
Ma non si può non pensare al valore e al fascino estetico di molti grafi bi-(e soprattutto tri-) dimensionali, che sembrano usciti più dal tratto di un disegnatore o dal tocco di uno scultore che dal calcolo di un matematico o dall’algoritmo di un computer; vere e proprie opere d’arte ancor prima che soluzioni di equazioni, e/o, almeno come tali, più facilmente e genericamente comprensibili ed interpretabili.
Che dire poi dei segni convenzionali propri delle formulazioni matematiche ed ingegneristiche? Veri e propri codici e linguaggi di bellezza estetica oltre che di funzionalità, come lo sono certi alfabeti o ideogrammi; tanto più se redatti con una calligrafia precisa e suadente. Come non subire il fascino dei simboli di integrale o di produttoria ad esempio, quando ben scritti (o forse dovremmo dire decorati)?
Senza ovviamente trascurare le formule e le equazioni stesse, tanto più piacevoli e quindi memorizzabili quanto più armoniose ed equilibrate, indipendentemente dalla loro valenza analitica. Non a caso c’è chi ne fa quadri o persino tatuaggi.
Potremmo dunque definire la matematica a tutti gli effetti un’arte?
Magari per la forma, per la sostanza sembra un po’ azzardato. Forse questa si confà in qualche modo più alla filosofia, in quanto modo di pensare e di ragionare logico. Non a caso è la Logica Matematica la disciplina che presiede e governa tutte le branche del calcolare, dall’Aritmetica al sistema dei Numeri Complessi.
Rimane però vero che due più due fa sempre quattro; e tutto il resto. Almeno qui ed ora. Già, perché, come tutte le filosofie, anche la matematica può essere, sarà (come del resto è già stata nei secoli) modificata o addirittura ripudiata e poi riformulata.
Tornando al binomio (dittongo o iato che sia) da cui siamo partiti, la questione qui è che la matematica è l’input e l’arte l’output.
A volte però succede il contrario (cfr. precedente scritto gemello): si parte da una creazione/idea artistica e si ottiene, seguendo più o meno volontariamente canoni logici, un esito di struttura e valenza matematica.
Si conferma dunque che si tratta di due mondi non poi così distanti, come invece genericamente e a prima vista si è portati a ritenere.