FURORE
Il Teatro Argentina di Roma dal 6 al 18 dicembre 2022 presenta “Furore”, testo tratto dall’omonimo romanzo di John Steinbeck, ideato e interpretato da Massimo Popolizio e accompagnato alla batteria da Giovanni Lo Cascio.
Già nel 2019, quando venne per la prima volta messo in scena “Furore” al Teatro India di Roma, Popolizio vide in quel testo del 1939 tutto ciò che ancora oggi contraddistingue la nostra attualità, tutto ciò che dovrebbe farci “infuriare” e farci prendere una posizione: attraverso il racconto della trasmigrazione di milioni di famiglie che, negli anni ’30, dall’Oklahoma si spinsero fino alla California, Steinbeck nel suo romanzo affronta il tema della povertà, dell’ immigrazione, della modernizzazione, dei disastri ambientali, dello sfruttamento dei lavoratori e della terra.
Furore, dopo tutti questi anni, ci fa pensare che forse non smetterà mai di essere considerato un testo attuale, che anche nello scorrere del tempo non smetterà mai di parlare dell’oggi.
Così, dopo tre anni, lo spettacolo viene riproposto come il racconto di un passato sempre presente.
Con l’obiettivo di rendere parlanti i soggetti raccontati nel romanzo, Popolizio si lancia in un lavoro di immedesimazione e di incarnazione totale che, su un palcoscenico semi vuoto, allestito solo con qualche foglio di giornale, una macchina da scrivere, una batteria e due uomini, ci consente di assistere all’apparizione di alte nubi di polvere, di spighe di mais morte e piegate, di densissime comunità di uomini affamati, di una fitta e continua pioggia, del cibo marcio e del suo odore nauseabondo; assistiamo all’apparizione di una giovane donna che impossibilitata ad allattare il suo bambino, deceduto alla nascita, offre il suo seno a un anziano signore che, stremato e avvilito, si lascia morire di fame.
Popolizio e Lo Cascio con un ritmo blues che si diffonde per tutta la durata dello spettacolo attraverso il suono di una batteria, di una voce e di un corpo, che diventano mille e voci e mille corpi, scandiscono il ritmo della marcia, della migrazione e ce la mostrano.
Lavinia Colanzi, dicembre 2022 – @Mozzafiato