(S)conosciuti?!
BONTÀ ESTRANEA
“Non fidarti degli sconosciuti” han sempre detto fino alla nausea i genitori morigerati, in particolare le mamme alle figlie. Stimolando così peraltro la ricerca e il fascino proprio dell’estraneo, come sempre accade per tutto ciò che viene dipinto come proibito e pericoloso.
La curiosità è però istinto primordiale, che non si può sopprimere né domare; si può al più contenere per evitare che debordi nell’imprudenza.
La curiosità è peraltro motore della novità e dell’evoluzione, altrimenti saremmo fermi alle tribù, ai clan, ai club di affini e ai matrimoni fra congiunti…con evidenti limitazioni sociologiche e palesi danni biogenetici.
Il monito poteva avere un senso, pur con queste forti riserve, forse nel mondo passato, diciamo orientativamente nel secolo scorso. E comunque già allora sembrava molto discutibile.
Da molti anni ormai però pare del tutto fuori luogo. Anzi, quasi controproducente, poiché il sillogismo immediato è invece ‘fidati di chi conosci’; ma mai come in questi tempi i pericoli maggiori (fisici, psicologici ed economici), soprattutto proprio per quelle mamme e per quelle figlie, sono venuti da familiari, parenti, ‘amici’, fidanzati (passati, presenti o potenziali che siano), conoscenti vari.
Un estraneo può essere molto migliore di tutti quelli che già conosciamo. Certo, non è necessariamente così, ma neppure si tratta necessariamente un malandrino, come molti/e credono/vogliono far credere. Ovviamente ci vuole un pizzico di sana curiosità per volerlo conoscere o un po’ di sana intelligenza per non rifiutarlo a priori.
Per il resto basta il sano istinto: una mente sveglia è in grado di capire al primo minuto o alla terza frase (a volte bastano addirittura due occhiate o tre parole!) se per caso si tratta di un poco di buono. Non si può rinunciare a priori a chiunque non si conosca ancora e ai suoi eventuali pregi per fossilizzarsi su chi si conosce già, rassegnandosi ai suoi difetti. Il buono a volte è fuori e il cattivo a volte è dentro.
Peraltro un estraneo, saggio e savio, sarà sicuramente più propenso a ben volere e ben trattare una persona gradita, anche per lui nuova, di quanto non possa fare chi si conosce da tanto o da sempre.
Certo, il dominio della fredda tecnologia ed il proliferare di cose che si possono fare a/da casa aiutano più a costruire che ad abbattere barriere fra sconosciuti; ma bisogna essere un po’ forti e coraggiosi per andare ogni tanto oltre quello che ci viene proposto/imposto.
Chissà, forse sarà la generazione prossima, a cui quella presente ‘insegna’, a ricercare, capire ed apprezzare il valore di molti che non sono ancora nella propria orbita vitale.
Invertendo l’antica raccomandazione, si potrebbe ora condividere una nuova massima: ‘non capisco questa paura per gli estranei; quelli che mi hanno fatto del male li conoscevo tutti benissimo’. Peccato che abbia ancora pochi seguaci.