Un intrigo fra sacro e profano
Un Caravaggio messo sopra un Leonardo. La fantasia a completare la realtà; senza la costrizione del verosimile. Ecco I PIEDI DI CRISTO.
Un titolo che sembra irriverente ed invece è intrigante. Un contenuto che ci si aspetta melenso ed invece è entusiasmante. Una trama che si presume lineare ed invece è avvincente.
Di Leonardo c’è la solennità del contesto di partenza, la sobrietà dell’ambiente di fondo, l’armonia della natura, la grazia della spiritualità, qualche nota agreste. Di Caravaggio…il delitto, il sangue, la fuga, la pulsione emotiva, la plasticità delle situazioni, l’intensità verace del reo.
In più il pentimento, l’espiazione, il perdono, la rinascita, il viaggio (a piedi) per luoghi vicini e lontani, andata e ritorno. E l’acqua, elemento di vita e di morte, di quiete e di inquietudine.
Un romanzo che è un po’ mistico e un po’ giallo: cos’avevano mai questi piedi per dover esser cancellati ad ogni costo? Erano forse deformi? Cioè molto umani e poco divini? Erano viceversa insignificanti ed inutili per la struttura dell’opera? Magari forse un po’ consumati dal tempo? Erano comunque piedi santi, capaci di miracoli, anche solo in copia.
Poi c’è il Tempo, forza primordiale, libertà divina e restrizione umana, che scorre avanti e indietro: si viaggia nel tempo, nel passato e nel futuro, più o meno remoti, andata e ritorno. Un pizzico di fantastoria ed uno di fantascienza.
Tante emozioni in poche pagine; un gran pregio.
Buona lettura. Buona fascinazione.