Coronavirus: la realtà supera sempre la finzione.

Last Updated: 31 Gennaio 2020By

Si sente spesso dire che la realtà supera la finzione, sembra un luogo comune ma la drammatica vicenda di questi giorni del Coronavirus ne è una implacabile conferma.

Le voci ricorrenti e per niente impossibili ci dicono che pare sia stato creato volutamente dall’uomo per scopi militari, e se così fosse il fatto di perderne il controllo prima della creazione di un vaccino sarebbe un fatto gravissimo che non farebbe altro che ribadire nuovamente una dura sentenza sulla follia autodistruttiva umana.

In ogni caso, resteranno sempre e solo voci mai confermate, ed anche se si trattasse “solo” di grave negligenza umana, il quadro drammaticamente assurdo resterebbe tale, come già visto con il potentissimo ed inattaccabile batterio denominato New Delhi che si è auto sviluppato e rinforzato all’esterno degli stabilimenti farmaceutici Indiani, ovvero nei liquami scaricati imprudentemente come scarto della produzione di antibiotici.

È chiaro che siamo di fronte ad una realtà che costantemente diventa sempre più pericolosa e cupa, anche perché è ormai molto difficile credere che ci venga detta tutta la verità delle cose, una triste realtà frutto indiscusso della globalizzazione e delle conseguente sete di potere e supremazia.
Finché non verrà creato il vaccino, il Coronavirus avrà un impatto rilevante sull’economia globale già traballante ma anche sulle vita sociale di tutti noi poiché è scontato che la paura, che diventa presto psicosi, non potrà che aumentare inesorabilmente, isolando sempre più persone ed attività commerciali cinesi, flussi turistici compresi, con un riflesso negativo anche sulle casse disastrate della nostra bellissima Italia.

Comunque, se la realtà supera davvero la finzione,ora c’è da augurarsi che questo film drammatico non si trasformi in un angosciante incubo, ma svolti al più presto verso un lieto fine, come accade appunto nella finzione.

Stefano Lorenzo Colombo, gennaio 2020 – © Mozzafiato

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Nell’era che viviamo dominata dall’onnipotenza tecnica ed utilitaristica, la nostra razionalità di fronte a questi avvenimenti scompare.

Ed appare la paura.

Una paura antica fatta  di secoli di epidemie e contagi.

Le grandi pestilenze con i milioni di morti  e il loro andamento ciclico nella storia dell’Uomo hanno segnato il nostro sviluppo emozionale di esseri umani.

Alessandro Manzoni ne “I Promessi sposi” descrive perfettamente le nostre reazioni e le nostre azioni di fronte a questi avvenimenti.

L’episodio della mamma di Cecilia che adagia la figliola nel carro dei morti, rimane uno dei più commoventi dell’intero romanzo.1333697860

E quasi nulla è cambiato.

Pensiamo solamente cosa è successo negli anni ’80 con il virus del HIV.

Scatenò una gigantesca psicosi nel mondo.

Oggi il Coronavirus si sta presentando nella stessa forma.

E l’allarme aumenta con le voci che affermano e hanno prospettato scenari apocalittici.

Ho appena sentito una caro amico che lavora presso l’Istituto Superiore di Sanità e mi ha confermato di non sottovalutare la situazione attuale, ma contemporaneamente di darle la giusta importanza.

Mi sottolineava il fatto che ad esempio se ci fossimo trovati di fronte al virus dell’Ebola, molto più aggressivo e mortale, la situazione sarebbe stata molto più grave e difficile.

Qualche intellettuale dalla sua torre d’avorio potrebbe sentenziare che “necesse est” come se fosse una purificazione per l’umanità ed una catarsi etica di cui periodicamente abbiamo bisogno.

Quindi cosa fare? Chiuderci in casa ed aspettare che tutto finisca.

No, semplicemente dovremo porre la giusta attenzione alle vere pandemie già in atto come fame e sete, alle quali facciamo solo finta di occuparcene con generose o ingenerose offerte di denaro, senza mai risolvere le  vere emergenze perenni nel Terzo Mondo. Esse portano a morti nel nostro Mare Mediterraneo, per la mancanza di volontà di gestire in loco le concrete e reali problematiche.

Baldassarre Aufiero,  gennaio 2020 – © Mozzafiato

Dipinto di Renato Guttuso, La madre di Cecilia

 

 

 

 

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