Il mondo che vorrei
È Natale e, come ogni anno, ho preparato il presepe, anzi i presepi.
Uno è artistico, un bellissimo lavoro artigianale con una base in legno e cristallo realizzata dalle mani e dall’ingegno di mio padre.
L’altro presepe è composto da figure variegate: una sacra Famiglia colorata e paffutella, pecorelle di varie dimensioni e materiali, personaggi improbabili (sirene, bamboline e statuette di Santi) tutti accomunati da un gran sorriso.
Il Presepe mi ricorda che c’è un posto per ognuno di noi, che tutti (Non importa se alti, bassi, intelligenti o allegramente superficiali) possiamo costruire una società migliore, purché siamo accomunati dal rispetto reciproco e dalla voglia di essere felici.
Ecco… auguro a tutti noi il coraggio di pensare ed esprimere il nostro parere senza offendere
gli altri.
Auguro all’Italia di essere un Paese in cui dichiararsi di destra non comporti le offese gratuite. Voglio poter dire che sto con le Forze Armate e non con i delinquenti, voglio rispettare i morti, ma non trasformare un povero disgraziato in un martire.
Voglio urlare che L’Italia è un paese accogliente, ma che non tollero sbarchi indiscriminati con Capitane Punkabestia.
Voglio corridoi umanitari e non più morti in mare.
Voglio che Greta torni a scuola a godersi la sua adolescenza.
Voglio che Saviano la smetta di insultare i meridionali e investa una parte dei suoi guadagni per garantire studio e sport ai ragazzini delle periferie.
Voglio che la sorella di Cucchi si impegni in campagne antidroga, riconoscendo che le
sostanze stupefacenti sono portatrici di morte.
Auguro a tutti i lettori di questo giornale di realizzare se stessi. Auguro ai miei “compagni di scrittura” di mantenere il loro rigore irriverente.
Auguro al mio Direttore di continuare a guidarci in questa avventura con coraggio e generosità. Auguri a tutti e….magari il mondo lo cambiamo davvero.
FORZA stiamo entrando nei favolosi anni venti!
