Primus inter pares
SOLI SARANNO I PRIMI (numeri compresi)
Cominciamo proprio dai numeri.
Fanno quasi compassione, evitati e bistrattati, spigolosi, difficili da trattare, fin egoisti e corporativi: si dividono interamente solo per se stessi o per il primo di essi; chi può aver simpatia per il 19, il 23 o il 29?
Così son destinati a rimanere fra di loro, in una sorta di club esclusivo; anzi, ognuno per sé, visto che ciascuno ha ben poco o nulla a che fare anche con gli altri simili; ognuno orgoglioso della propria singolarità.
Tacciati a volte di portar sfortuna o (a seconda delle culture) di essere dei porte bonheur, da toccare come la gobba di uno gnomo: chi rimane indifferente al 13 o al 17, pur professandosi perfettamente razionale?
Alcuni invero godono di qualche favore: il 5,sarà perché è comodo per contare; il 7,sarà per via di quella sua grafia slanciata ed elegante, l’estetica anche inconsciamente conta; l’11,sarà per quell’esile simmetria che replica il numero capo.
Solo i primi dei primi sono amati, ricercati, accoppiati; cioè non sono quasi mai soli.
Così in fondo non sono poi neppure tanto primi,avendo perso la malinconia di questi. Ma qui siamo sul podio (non a caso sono 1, 2 e 3) dei vincitori, nell’Olimpo dei migliori fra i migliori, il primissimo poi è così ricercato che qualcuno non lo considera neppure primo. Si può amare un generale o un capitano, difficilmente un tenente o un sergente.
Gli altri nel grande mare delle cifre svettano come ondine nell’oceano. Eppure sono i veri primi, solo che non sono campioni; quindi sono tristemente abbandonati e dimenticati. Eppure sono loro i più utili, quelli che fanno il maggior lavoro, ad esempio nei codici e nelle criptazioni.
Poi c’è Lui, lo Zeus della matematica, l’imperatore che può tutto annullare, che primo non è ma è di più:è unico. E dire che è rimasto sconosciuto per così tanto tempo nel mondo antico; forse perché era così solo che nessuno si accorgeva di lui. Onore e gloria a Sua Maestà lo Zero.
E le persone cosa c’entrano?
Ognuno costituisca le opportune analogie.
I migliori sono incompresi perché originali, emarginati perché non conformisti, misteriosi poiché fascinosi, intimorenti poiché anti-banali; tutti pregi che il resto del mondo vede però come difetti. I migliori sono quasi sempre soli, fieri di esserlo, appagati dalla nobile melanconia che li accompagna.
Anche se a volte vorrebbero sentirsi un po’ meno incompresi e beneficiare di qualche frammento di successo di cui godono i pochissimi superiori.
Il Conte, maggio 2015 – Mozzafiato Copyright
Foto in copertina: Teoria del Abc del matematico giapponese Shinichi Mochizuki che cerca di dimostrare il legame tra i numeri primi.