Divide et impera
Luigi Di Maio sta attuando una strategia straordinaria.
Quasi fosse un senatore dell’Impero Romano o un Generale al comando delle sue legioni, cerca di dividere i nemici per farne degli “amici provvisori”.
Il potere fa gola a tutti e come diceva il “buon” Giulio Andreotti: “Il potere logora chi non ce l’ha”.
Ma questa strategia politica, per controllare e governare un popolo dividendolo, provocando rivalità e fomentando discordie, sarà farina del suo sacco? Ovviamente no. Tutti questi stimoli e impulsi ad attuare questo disegno arriva dalla Casaleggio e Associati , che in maniera indegna hanno negato l’accesso a Jacopo Iacoboni, giornalista del quotidiano La Stampa, al loro summit ad Ivrea, perché reo di aver scritto un libro inchiesta sulle magagne del M5S.
Luigi Di Maio è un miracolato, come lo definisce giustamente Gramellini, e non possiede le capacità di escogitare, né tanto meno pianificare, una tale “arte bellica”.
In effetti queste sono le ultime carte giocabili, perché come dicevano i latini Tertium non datur.
In altre parole, se da entrambe le parti si respingessero i vari corteggiamenti e si andasse a nuove elezioni, allora si che per Luigi Di Maio, Casaleggio and friends sarebbe una débâcle epocale.
Ormai la gente ha compreso. Si, il popolo italiano ha ben capito che il reddito di cittadinanza e le altre promesse elettorali sono obiettivi irrealizzabili, ma sopratutto ha potuto osservare attentamente come il M5S abbia cambiato abito più spesso di una presentatrice all’Oscar di Los Angeles e abbia modificato le sue opinioni più velocemente dei trucchi di Houdini.
Baldassarre Aufiero, aprile 2018 – © Mozzafiato