LA VERITÀ SU MISURA
Così fan tutti
Non si potrebbe vivere senza mentire; e pure spesso. Lo sostengono pressoché all’unanimità psicologi, sociologi e antropologi.
È una forma di difesa, che spesso serve a togliere d’impaccio (e a volte anche dai guai). Alleviata spesso anche nel termine, derubricata a ‘bugia’ (e qualcuno aggiunge pure ‘a fin di bene’ per edulcorare ancor di più).
Eppure mentire genera ancora un grande stigma sociale, al pari (e forse pure più) di altre cose che parimenti tutti fanno ma nessuno vuol dire che fa.
Forse perché la bugia viene confusa con la falsità, che è l’anticamera della frode, o peggio con la menzogna, che evoca più che altro un sistema di vita basato sulla mistificazione e sull’inganno. Ecco, questo è forse il confine, quando si passa dal mentire per difesa al mentire per attacco.
Paradigmatico e spiazzante pare il sistema giuridico americano, nel quale chissà perché sembra sia spesso considerato più grave l’aver mentito su un fatto compiuto (magari neppure classificabile come reato), che non il fatto stesso (a volte anche quando illecito). Se ricordo bene, ne sanno qualcosa persino alcuni Presidenti. Se non erro da noi si è un po’ più tolleranti sulle ‘mancate verità’, se non dei testimoni, almeno degli imputati, forse riconoscendole appunto come ‘strategia di difesa’.
In termini generali e sociali, al di là delle implicazioni legali in questo o quel Paese, ad esempio magari è tollerato un banale e normale ‘tradimento’ sentimentale (ammesso che abbia ancora senso parlarne in questi termini) ma non averlo falsamente negato; cosi come è magari tollerato usare droghe (il che è evidentemente riprovevole e in qualche caso pure illecito) ma non dichiarare mendacemente di non farlo. E così via
Chissà qual è l’origine culturale della ratio alla base di quelle norme giuridiche e sociali (chè a ben vedere/cercare ve ne è sempre una). In fondo se qualcuno dice o si sospetta che dica spesso palesi frottole, si è sempre ben liberi di non credergli e peraltro si scredita da solo.
Qual è il motivo di infliggere punizioni e sanzioni, almeno quando la non veridicità non costituisca truffa, perdita pecuniaria o altro grave danneggiamento? Imporre l’etica attraverso le leggi e i tribunali? Si sa bene come e quanto ciò sia pericoloso. Peraltro quale etica? Chi la decide? Ragionamenti scivolosi, come si intuisce.