“Tutte le strade portano a Roma”
“Tutte le strade portano a Roma”.
Sollima ne possiede una preferenziale.
Da Suburra ad Adagio il suo racconto della città eterna si può leggere
sulle note dei vari gangster movies.
Le ultime scene di Adagio, girate alla Stazione Tiburtina,
ricordano le immagini finali di “Carlito’s way” nella Central Station di New York City.
Una dinamica e un movimento di riprese con la stessa voglia di stupire
e di lasciare lo spettatore a bocca aperta.
Veniamo ai protagonisti.
Tre attori, tre colonne della cinematografia attuale italiana, tre magnifiche interpretazioni.
Quella che emerge e sinceramente mi ha stupito personalmente è quella di Pierfrancesco Favino.
Irriconoscibile e inarrivabile.
Non so dove tragga questa sua capacità di essere poliedrico e di trasformarsi nei personaggi più differenti.
Un’atmosfera caratterizzata dalla fuliggine di una Roma che brucia, come ai tempi di Nerone e Seneca.
Forse un messaggio subliminale del regista romano,
che vuole mostrarci come il fuoco abbia un potere purificatore
e indicarci una nuova strada da percorrere come genere umano. S.P.Q.R.