CHE COS’E’ LA MAFIA?
Ci sono diverse linee di pensiero sull’origine della parola mafia, la più accreditata tra gli studiosi è che essa derivi dalla parola araba “Mo Afiah” che significa tracotanza, prevaricazione, arroganza. E da qui sempre dall’arabo “marfud” o “marfuz”, cioè impostore – malandrino, deriva la parola siciliana “mafiusu”.
La mafia è un’organizzazione criminale che, con l’uso della violenza, esercita il potere per sottomettere le persone al proprio volere.
Commette crimini di ogni genere, corruzioni, omicidi, traffici di droga, sequestri di persona, taglieggia i commmercianti e gli imprenditori che, per paura di ritorsioni o di atti intimidatori, pagano le estorsioni che alimentano, a loro volta, le casse di quest’infima società. Un potere che si contrappone a quello esercitato dallo Stato che va quindi contro ogni regola contemplata dalla Legalità.
La mafia ha trovato terreno fertile in quegli ambienti, dove ignoranza e omertà hanno il sopravvento, soprattutto, dove il malcontento sull’operato dello Stato è più forte, spinto anche da radici più profonde, essa infatti era già una realtà nel 19° secolo, nelle regioni meridionali ed in particolare Sicilia, Campania e Calabria, cioè dove c’è stata la presenza di questo “contro-potere”.
La mafia è cattiveria e prepotenza ed alberga negli animi di uomini e donne assetati di denaro e potere. La mafia è’ composta da persone che, sotto certi aspetti, si credono nel giusto, magari cresciuti con la classica “favoletta al contrario”, dove Biancaneve è la cattiva o la sbirra di turno e la strega è la figura buona ossia la mafiosa.
Questa è gente ipocrita, si fanno chiamare “uomini d’onore” ma, che onore c’è nell’uccidere un indifeso, come ad esempio i piccoli Giuseppe DI MATTEO e Claudio DOMENICO.
Ad oggi, non riesco ad avere pietà di coloro che hanno fatto questo, che siano malati o pentiti.
Molte sono le persone che hanno perso la vita per combattere questo male. Tra questi ricordiamo i Giudici Giovanni FALCONE, Paolo BORSELLINO e Rocco CHINNICI, Carlo Alberto DALLA CHIESA, Boris GIULIANO, Emanuele BASILE, Pio LA TORRE, Pino PUGLISI, Peppino IMPASTATO, Pier Santi MATTARELLA, fratello del nostro Presidente della Repubblica, Sergio MATTARELLA.
Sono esempi di Giustizia, per tutti noi, nella guerra che lo Stato combatte tutti i giorni contro la mafia .
Particolare rispetto ed attenzione dobbiamo a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che, assieme a Chinnici e Caponnetto, istituirono il Pool Antimafia che raggiunse grandi risultati, negli anni ’84-85 quando cioè, grazie anche alle dichiarazioni di Tommaso BUSCETTA che, oltre a fare i nomi spiegò la struttura della mafia, furono spiccati 366 mandati d’arresto e da lì iniziò il Maxiprocesso che si concluse il 16 dicembre 1987 con 346 condanne. Il loro lavoro ha segnato un’epoca.
Giovanni FALCONE e Paolo BORSELLINO, avevano capito che tra Mafia e Stato, c’era un legame e che tutto partiva da Roma. Borsellino diceva infatti che politica e Mafia sono due poteri che vivono sul contorno dello stesso territorio, o si fanno la guerra o si mettono d’accordo, e proprio per questo, furono uccisi.
Qualche giorno fa, durante un’intervista, il sopravvissuto alla strage di Capaci, Giuseppe Costanza, ha detto che se fosse sopravvissuto FALCONE, al posto suo, ad oggi, la nostra Italia sarebbe diversa, molto probabilmente, migliore.
Sebbene FALCONE dicesse che la mafia è un fatto umano e che come tutti i fatti umani ha un principio, una sua evoluzione ed avrà quindi anche una fine, questa fine può avvenire solo se la società cambia modo di pensare e se i giovani che molto spesso diventano manovalanza per la mafia, negheranno il loro consenso. Solo così la mafia potrà svanire così come sparisce un incubo.
Dalla morte di questi due eroi, ad oggi, la mafia, è cambiata, è diventata silenziosa e acculturata ma è smepre lì. Nonostante l’ultima cattura, quella di MESSINA DENARO, c’è ancora tanto lavoro da fare perchè purtoppo la roccia madre della nosta cara Italia è corrotta e nonostante le idee dei nostri eroi continuano a camminare sulle gambe di noi giovani, facciamo fatica a vedere la luce. Visto che, molto spesso, certi media e giornalisti tendono ad infangare la verità, per poter conoscere e capire bisogna ascoltare le parole di chi è stato ed ancora oggi continua la lotta alla mafia, vivendo sul campo ed è per questo, ringraziamo tutti gli uomini e le donne dello Stato che lavorano, ogni giorno, per garantire il nostro futuro.
Un immenso Grazie va a quegli eroi che non ci sono più, a quegli eroi che hanno dato la vita per dare voce alla verità.
Grazie Giovanni, Grazie Paolo, siete e sarete per sempre i nostri Padri.