Il calcolo (non) estetico

Last Updated: 21 Dicembre 2024By

 MATH IS (NOT) ART

Facile constatazione se pensiamo ai frattali (quelle strutture geometriche che si replicano al loro interno esattamente con la stessa forma, via via sempre più piccola) o alla simmetria perfetta di certi disegni prodotti sulla base di funzioni matematiche; in entrambi i casi (basti pensare a molti esseri viventi, animali o vegetali) soggetti creati pure dalla Natura, il più grande e perfetto architetto e ingegnere del mondo.
Ma non si può non pensare al valore e al fascino estetico di molti grafi bi-(e soprattutto tri-) dimensionali, che sembrano usciti più dal tratto di un disegnatore o dal tocco di uno scultore che dal calcolo di un matematico o dall’algoritmo di un computer; vere e proprie opere d’arte ancor prima che soluzioni di equazioni, e/o, almeno come tali, più facilmente e genericamente comprensibili ed interpretabili.
Che dire poi dei segni convenzionali propri delle formulazioni matematiche ed ingegneristiche? Veri e propri codici e linguaggi di bellezza estetica oltre che di funzionalità, come lo sono certi alfabeti o ideogrammi; tanto più se redatti con una calligrafia precisa e suadente. Come non subire il fascino dei simboli di integrale o di produttoria ad esempio, quando ben scritti (o forse dovremmo dire decorati)?
Senza ovviamente trascurare le formule e le equazioni stesse, tanto più piacevoli e quindi memorizzabili quanto più armoniose ed equilibrate, indipendentemente dalla loro valenza analitica. Non a caso c’è chi ne fa  quadri o persino tatuaggi.
Potremmo dunque definire la matematica a tutti gli effetti un’arte?
Magari per la forma, per la sostanza sembra un po’ azzardato. Forse questa si confà in qualche modo più alla filosofia, in quanto modo di pensare e di ragionare logico. Non a caso è la Logica Matematica la disciplina che presiede e governa tutte le branche del calcolare, dall’Aritmetica al sistema dei Numeri Complessi.
Rimane però vero che due più due fa sempre quattro; e tutto il resto. Almeno qui ed ora. Già, perché, come tutte le filosofie, anche la matematica può essere, sarà (come del resto è già stata nei secoli) modificata o addirittura ripudiata e poi riformulata.
Tornando al binomio (dittongo o iato che sia) da cui siamo partiti, la questione qui è che la matematica è l’input e l’arte l’output.
 A volte però succede il contrario (cfr. precedente scritto gemello): si parte da una creazione/idea artistica e si ottiene, seguendo più o meno volontariamente canoni logici, un esito di struttura e valenza matematica.
Si conferma dunque che si tratta di due mondi non poi così distanti, come invece genericamente e a prima vista si è portati a ritenere.

Aristocratico anonimo, dicembre 2022 – © Mozzafiato

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