Guadagnino vo’ fa l’americano
Non si può non rimanere colpiti, ma non turbati dalla visione di “Bones and all “, l’ultimo film di Luca Guadagnino
Chi scrive ha il dovere di rivelare il minimo indispensabile della trama, ma è impossibile essere reticenti rispetto al tema di fondo: una storia d’amore tra due giovani amanti affetti da una tara inumana: il cannibalismo. Il titolo è un modo di dire tipicamente americane che significa “Buono fino all’osso”.
L’aspetto più interessante è come è impostato lo sviluppo della sceneggiatura: un momento di rivelazione della tara, quindi un lungo viaggio attraverso il cuore degli States alla ricerca di una catarsi peraltro impossibile e con un personaggio (interpretato da un formidabile Mar Rylance) che ciclicamente ricompare mostrando una forma di umanamente comprensibile, ma moralmente inaccettabile ‘gelosia’ nei confronti dei due amanti.
Un inizio drammatico, con toni horror contenuti, che poi vira verso gli stilemi propri del road-movie, apre uno spiraglio verso un apporto amoroso ‘normale’, attraversa un inevitabile ‘redde rationem’ per concludere con una chiusa tra l’onirico ed il lieto fine.
Il pregio è che queste variazioni di ritmo e di stile non sono brusche; al contrario lo spettatore e quasi ‘avvolto’ dallo sviluppo narrativo e si accorge che il film ha progressivamente cambiato pelle. Guadagnino qui evita le leziosità di “Chiamami con il tuo nome”, forse perde un po’ le caratteristiche europeo-latine del suo modo di far cinema e assume uno stile prettamente yankee, aiutato da una splendida e centrata colonna sonora musicale e da una fotografia morbida ed efficace (il film è interamente girato in pellicola).
Mi viene in mente e lo suggerisco al lettore un interessante parallelo con un film svedese di Thomas Alfredson: “Lasciami entrare” del 2009, un horror romantico su una relazione impossibile tra due adolescenti dove la parte femminile della coppia è in realtà un vampiro che da secoli cerca di essere amato
Non si può mai stare tranquilli… ma il film merita.