Giampiero Galeazzi
“Se c’è lei per la ‘domenica sportiva’, vuol dire che è una partita importante”.
Così l’avvocato Agnelli salutava Giampiero Galeazzi nel pre-partita, al posto del consueto “Come sta?” che sistematicamente spiazzava l’intervistatore di turno con la domanda pronta.
Questo per evidenziare il carisma, abbinato alla nota stazza fisica, che Giampiero trasmetteva con il suo caratteristico modo di approcciare l’argomento del servizio che gli era stato affidato.
Una stazza fisica, ereditata da un solido trascorso di vogatore ed amplificata dal gusto per la buona tavola, che non gli impediva di intrufolarsi nello spogliatoio vulcanico di un Napoli fresco di scudetto appena conquistato e intervistare un Maradona ovviamente piccolo al suo cospetto ma con un sorriso immenso .
La camicia taglia 60 del “bisteccone” nazionale fradicia di spumante nello spogliatoio partenopeo rimarrà nella memoria collettiva.
Mai banale nelle domande ai presidenti e agli sportivi, capace di passare da una sanguigna telecronaca di una gara di canottaggio (Seul 1988) all’atmosfera ovattata dei campi da tennis dove supportava con discrezione le volée di Adriano Panatta e soprattutto con il coraggio di manifestare il suo infinito tifo per la Roma.
“E’ un anno infausto”: così concluse la cronaca di una sconfitta della sua amata. Oggi è un giorno infausto per il giornalismo sportivo italiano.
Marco Ettore Massara, novembreo 2021 – © Mozzafiato