Il Pass è tratto
Green pass o non green pass?
Vaccinarsi o non vaccinarsi?
Questo è il problema…
Ecco che, stante la mala e confusionaria informazione proveniente dai mass media (dove si ascoltano e leggono indistintamente le opinioni di virologi, soubrette, omeopati e pure Bepi Gondola, Nando Er Trucido o Tano Cozza), una questione scientifica è diventata un dubbio amletico.
Come tutto ciò che non ha appigli pratici, la questione del Green Pass, rischia di essere mero scontro pseudo intellettuale. Invece no. La risposta è nella vita vera.
Personalmente ho avuto la fortuna di conoscere Marina Faresini, maestra di danza che, con onestà e dedizione, si può permettere di dire ciò che pensa con convinzione.
Lei, dopo un blocco forzato e doloroso, ha aperto nuovamente la sua scuola alla vita sulle punte.
Mi dice convinta che la danza è linfa ed è salute psicofisica, per cui via a comprare sanificatori di ultima generazione, salviette igienizzanti, gel, restauro bagni e sale (con materiali igienizzabili di nuova concezione).
Lei è scrupolosa, quando le chiedono del Green Pass dice: è un obbligo di legge e io non discrimino nessuno, ma ho la responsabilità della salute di bimbi e adulti. Su badi bene, non quella legale, ma soprattutto quella morale.
Col Green Pass puoi danzare e tornare a vivere senza paura di fare del male a te stesso e a chi danza accanto a te.
Marina mi sorride: se ci vacciniamo tutti, poi ci potremo anche abbracciare. La guardo e non capisco perché non facciano parlare persone come lei.
Grazie Marina per avermi spiegato ciò che in tanti rendono ostico.