L’invidia assassina
Sui social impera la perfezione.
Schiere di emuli dei Ferragnez, postano foto di vacanze in luoghi esotici, le rughe e le occhiaie sono scomparse insieme alla cellulite e , soprattutto, ci sono solo coppie perfette da far impallidire Albano e Romina dei tempi d’oro.
A leggere e a credere a queste notizie di realtà bellamente reinventata c’è il popolo dei odiatori. Al contrario di quello che si possa pensare, non sono “sfigati”, ma gente comune, persino il tuo vicino sorridente o la ragazzina che incontri ogni giorno in palestra. Dietro profili falsi sputano sentenze ed incitano all’odio.
La forza della parola è enorme, la parola crea.
La Bibbia dice che in principio era il Verbo, quindi le parole trasformano la realtà.
Noi diventiamo ciò che diciamo nella Vita che conduciamo.
Tutto questo porta gli odiatori ad accumulare una enorme energia, una violenza verbale che freme e che non si può sentire appagata solo dal digitare i tasti di un tablet. Ci vuole di più.
Lecce ne è un esempio. Una coppia, due ragazzi, belli e giovani certo, ma sicuramente non perfetti, una coppia normale di gente perbene, eppure anche quello spiraglio di normalità è sufficiente a creare invidia ed odio.
L’assassino fa paura perché è apparentemente uno di noi.
L’orco è un ragazzo, con una vita davanti, di bell’aspetto, sano e con una carriera da costruire.
Non è un emarginato cresciuto nel bronx a stupri e droga. Eppure eccolo lì. C’è fame di sangue, la propria insoddisfazione deve diventare la spinta verso il grido delle tribù. Siamo tornati ad essere società tribali, nel senso peggiore del termine. Senza più nulla di umano, possiamo prendere un machete (la pistola no, farebbe un lavoro troppo pulito) e sgozzare il vicino perché è campione di nuoto o ha la fidanzata che somiglia a Jennifer Lopez.
Siamo belve, basta uno sguardo fuori posto o un parcheggio sbagliato ed eccoci pronti a picchiare l’altro ed a desiderare di vederlo soffrire. Il bullismo nelle scuole, gli odiatori da tastiera, l’incremento delle violenze domestiche, sono tutti il segnale univoco di una società che si sta involvendo.
I Maya si estinsero quando furono dilaniati da lotte interne e i superstiti tornarono a vivere nella giungla. L’Impero Romano crollò sotto i colpi della violenza dei Barbari.
Quel ragazzo è solo una delle tante belve che si aggirano tra noi e una parte di quella violenza è, purtroppo, anche in noi.
Oggi una donna mi ha attraversato la strada senza guardare, ho frenato e lei mi ha mandato a quel paese, le ho inveito contro. Se avessi avuto un’arma in macchina, cosa avrei fatto?
Film come “Un giorno di ordinaria follia” e l’Arancia meccanica” suonano come un triste presagio.
Arianna Versaci, ottobre 2020 – © Mozzafiato