Carciofino e le fake news

Last Updated: 13 Agosto 2019By

Mattia è un assiduo lettore di Mozzafiato, una persona colta e un attento osservatore del mondo. Ovviamente il fatto che legga il nostro Giornale di Cultura, non lo rende immune da difetti.

Mattia è un po’ tirchio, pur vendendo libri, chiede il pdf di un libro pur di non spendere soldi per acquistarlo. Ultimamente, mi ha fatto giustamente notare che in cinque anni il nostro Giornale non ha mai pubblicato un articolo sulle fake news, ovvero sulle notizie false.

Innanzitutto bisogna precisare per chi ancora non lo sapesse, cosa sono le fake news.

Dicesi Fake News articoli redatti con informazioni inventate, ingannevoli o distorte, resi pubblici con il deliberato intento di disinformare attraverso i mezzi di informazione.

Le notizie false sono scritte e pubblicate per catturare l’attenzione del lettore, spesso con titoli sensazionalistici, esagerati o palesemente falsi.

Come difendersi dalle fake news? Semplicemente andando alla ricerca delle fonti. Non fidandosi immediatamente e ciecamente, quindi procedendo ad un’analisi di chi ha comunicato questa notizia e se gli altri mezzi d’informazioni la riportano in egual modo.

Bene, precisato quanto detto, desidero parlare empiricamente ai nostri lettori delle fake news, un po’ come faceva il nostro buon Luciano De Crescenzo.

L’ingegnere e  lo scrittore partenopeo quando parlava della filosofia greca, per precisare meglio i concetti, alcune volte complessi, espressi dai singoli pensatori, raccontava la storia di un abitante di Napoli, il quale con la sua visione di vita e il suo atteggiamento concreto, riassumeva l’elevato concetto filosofico espresso dal saggio filosofo greco.

Mi riferiva un ex collega delle Risorse Umane che lavora nella GDO di Roma, una storia che ci dimostra come le fake news entrino a far parte della nostra vita quotidiana e si possano concretizzare in disagi spiacevoli e situazioni sui generis, come in questo caso.

Quindi Vi racconterò cari lettori la storia di Carciofino.

Carciofino è il sopranome dato ad un giovane neo-laureato che lavora in un Centro Commerciale di Roma.

Carciofino deve il suo nome alla conformazione fisica umanoide. È il frutto di un esperimento, un mix di genoma umano e vegetale. Alto e secco come un gambo di carciofo, al posto della testa ha una sfera ricoperta di fogliame che difficilmente chiameremmo ricci. Fortunatamente non è verde e non si nutre di clorofilla.

Carciofino è sempre oggetto di scherno e di beffe da parte dei colleghi e degli addetti. Si atteggia da Generale, con i gradi di caporale. Caporale come quello descritto magnificamente da Totò nel famoso film :“Siamo uomini e caporali”.

Carciofino è un allievo capo reparto di un’azienda della Grande Distribuzione, quindi tutte le mattine si presenta presto al lavoro per fare in modo che il suo reparto sia in ordine e caricato a “bolla”.

In effetti fisicamente è un lavoro duro, svegliarsi all’alba ,caricare tutti gli scaffali, controllare le scadenze, ruotare la merce, andare su in ufficio e procedere agli ordini, contattare i fornitori e pianificare le future promozioni con il suo superiore. Poi nel pomeriggio scendere in area vendita e di nuovo caricare e ulteriormente dare una sistemata al layout del reparto.

Analizzando il suo lavoro quotidiano, prevale la parte fisica a quella concettuale, con un rapporto 80 -20.

Carciofino fresco di Laurea e di Master, dopo oltre diciotto mesi di questo duro lavoro, vorrebbe crescere in azienda e avere la possibilità mettere in pratica i suoi studi, assumendo  incarichi di maggiore responsabilità. Ma la sua azienda sembra non sentirci, quindi giustamente si guarda in giro, inviando curriculum vitae. Ma anche il mercato del lavoro fa orecchie da mercante alle sue aspirazioni. E non si domanda il perché di tutti questi rifiuti, mentre sopporta malvolentieri il suo mal di schiena che quotidianamente lo tormenta.

Ma da alcuni mesi nel  suo reparto la mattina appena apre l’ipermercato, passa un signore distinto ed elegante, che dopo i primi saluti iniziali di rito, si sono conosciuti ed hanno iniziato a parlare piacevolmente.

Il signore con garbo e con buona energia ripete a Carciofino che il suo talento è sprecato in questo lavoro, inoltre che i suoi studi e la sua intelligenza darebbero maggiori risultati in un altro lavoro, più consono alla sua laurea e al suo Master.

Così si rivela , affermando di essere un dirigente importante di una grande azienda farmaceutica e di avere bisogno nell’area Marketing e Comunicazione di un ragazzo come lui. Inoltre gli propone un contratto indeterminato immediato e uno stipendio molto più alto di quello che percepisce attualmente, raccomandandogli di inviare il suo c.v. alla sua segretaria

Carciofino non ci sta più nella pelle, spira gioia da tutte le sue spine.

Viene convocato per un colloquio, che però si rivela solo una semplice compilazione di moduli.

In seguito viene convocato in azienda per il suo primo giorno lavorativo per la firma del contratto.

Carciofino da le dimissioni e, felice come una Pasqua, per levarsi qualche sassolino dalle scarpe e  rifarsi delle derisioni, di come sia stato preso in giro dai colleghi per lungo tempo, invia sul gruppo di WhatsApp aziendale saluti al veleno agli ex colleghi, definendoli imbecilli e minacciando anche ritorsioni, ricordando che lui possiede l’autovettura…

Carciofino si presenta il lunedì al grande presidio farmaceutico e domanda del dirigente. Ma nessuno lo conosce. Gira altri uffici e gli confermano che il dott. “Pinco Pallino” non esiste. Prova allora a telefonare al dirigente, ma il telefono è spento.

Smarrito, arrabbiato e soprattutto umiliato, Carciofino ritorna a casa, con le spine della testa piegate.

Una domanda sorge spontanea: ” Come mai il supposto dirigente avrebbe fatto tutto questo?” Cui prodest?

Molti sostengono che Carciofino abbia sborsato dei soldi per ottenere il posto di lavoro.  Lui lo nega.

Ma per noi, gente di analisi e di comunicazione, il fatto che Carciofino abbia pagato o meno è irrilevante, o meglio come rispondeva il Prof. Hannibal Lecter a Clarice, nel film “Il silenzio degli innocenti “, è accidentale.

Per noi questo è un chiaro esempio di fake news nella realtà quotidiana.

Qualcuno dirà che Carciofino è stato un ingenuo, uno sprovveduto, un imbecille, un vero e proprio carciofo. Anche. Carciofino è stato semplicemente e tecnicamente vittima di una fake news. Carciofino non è andato alla ricerca delle varie fonti della notizia, o almeno, lo ha fatto tardi.

Comunque… Abbasso Carciofino e le Fake news. Evviva gli Uomini e la Verità.

Baldassarre Aufiero, agosto 2019 – © Mozzafiato

 

 

 

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