Non si è mai visto un Granduca andar di fretta…
Il tempo è nemico; almeno qui in Occidente.
È nemico del povero; ed anche del ricco. Solo miseri e nobili gli sfuggono.
Nemico del povero è fin ovvio: costui deve lavorare il più possibile solo per mantenersi, nonché sbrigare da solo tutte le faccende/commissioni; e così ha pochissimo tempo per sé. Nemico del ricco lo è almeno se si tratta di un arricchito; arricchitosi,appunto, vincendo (apparentemente) la lotta contro il tempo; anzi,invece sacrificando il proprio tempo,cioè immolando alla fretta la propria vita.
Il povero corre perché deve procurarsi da vivere e non ha i mezzi/i vantaggi che gli farebbero risparmiare tempo; se non corre,non vive.
Il ricco corre perché deve mantenere gli agii e non ha il gusto per godere delle cose gratuite o quasi (la natura, la cultura per esempio); se non corre perde l’abbondanza e si deprime.
Ma è un correre diverso, pur se entrambi si affannano. Un correre irrinunciabile per il primo; un correre evitabile per il secondo,se solo riducesse l’accumulo. Oltre che-se mi consentite-una cosa è correre a piedi, un’altra correre su una fuoriserie!
Il misero (si pensi ad un clochard) ha praticamente solo quello,è la sua vera ricchezza e ne ha in abbondanza; anzi, proprio non sa cosa fare del tempo e ben vorrebbe barattarlo con qualcosa, ma difficilmente ne ha l’opportunità. Oppure ha addirittura rinunciato all’idea di diventare anche solo povero, magari proprio per non dover rinunciare al tempo.
Causa diversa ha il nobile nell’essere amico del tempo. Lui non s’affanna, rinuncia volentieri a qualche guadagno se guadagnare implica correre (non ho mai visto un principe o un granduca di fretta…). Si accontenta della sua ricchezza (peraltro quasi sempre ereditata), anche quando non è così cospicua come si potrebbe pensare; anche a costo di perderla. Infatti il mondo è colmo di nobili decaduti, cioè ex ricchi, appunto, che hanno barattato la ricchezza con il tempo.
Fra nobiltà e povertà però vince la povertà, cioè vince la tirannia del tempo. Se sei povero (impoverito) devi correre per vivere, servo o marchese che tu sia.