Allergia o intolleranza?
“Dottoressa mi dica a cosa sono intollerante o allergico, perché ho sempre la pancia gonfia e non digerisco”!!!
Ci risiamo, ecco una frase tipica che mi sento rivolgere dai pazienti, e anche in questo caso occorre fare chiarezza.
In primo luogo stabilire le differenze tra una intolleranza e una allergia: l’intolleranza è una ridotta o perduta capacità di digerire un alimento, a causa della diminuzione o della mancanza di uno specifico enzima.
Le principali intolleranze sono verso il lattosio, il lievito, il glutine (frumento) e il fruttosio ( molto rara). Le allergie invece sono reazioni del sistema immunitario contro un dato alimento, visto dal corpo come un allergene, alla stregua di un acaro, del pelo di un animale o di un polline.
Diversi sono anche i sintomi, nelle intolleranze il primo sintomo evidente è di tipo intestinale, poi può manifestarsi il sintomo cutaneo con eczemi e per ultimi nausea e vomito. Nelle allergie il primo sintomo coinvolge la mucosa della bocca, naturale via di accesso del cibo: gonfiore, pizzicore e persino rigonfiamento della laringe, poi eczema cutaneo ed infine sintomi gastrointestinali.
Nei casi più gravi choc anafilattico. I dati italiani parlano di circa 6 milioni di intolleranti a glutine e lattosio e di circa 2 milioni di allergici conclamati a vari alimenti. Da questo si comprende come il fenomeno venga strumentalizzato dall’industria degli alimenti speciali e dalla schiera di “naturopati e similari”, che etichettano come intolleranze dei normali disturbi digestivi, dovuti a cattiva alimentazione o a somatizzazioni da stress.
Diffidate dei test che vengono proposti per scoprire a cosa siamo eventualmente intolleranti o allergici: Vega test, Dria test, test genetici, tutta fuffa. Gli unici test realmente validi da un punto di vista diagnostico sono il Breath test per il lattosio e i Pric o Crast test su sangue, per le allergie.
Altro capitolo merita l’industria alimentare che produce alimenti speciali.
Essere intolleranti al lattosio è NORMALE per chiunque abbia più di un anno di età, poiché gli esseri umani sono gli unici animali che bevono latte dopo lo svezzamento. Dopo il cambiamento di stili alimentari, il corpo diminuisce la produzione di lattasi, enzima che spezza il lattosio in due zuccheri più semplici: galattosio e glucosio, cambiamento non uguale in tutti gli individui e che porta alcuni a non poter digerire il latte e i suoi derivati.
Quindi non si tratta di malattia ma di una normale evoluzione digestiva conseguente alla crescita. L’equivoco invece fa lucrare grandemente l’industria specializzata che, sforna farmaci per alleviare i sintomi, test e prodotti speciali, e fattura quasi come il PIL di un piccolo stato africano.
Riguardo al glutine, proteina presente in alcuni cereali, soprattutto nel frumento, esistono due livelli di gravita: l’intolleranza, che provoca sintomi di cattiva digestione e stitichezza ma che non è una patologia, facilmente risolvibile con la ridotta assunzione di farine bianche e raffinate, e la CELIACHIA, la patologica conseguenza dell’ allergia a questa proteina.
La celiachia deve essere conclamata con test su sangue e biopsia dei villi intestinali, con conseguente definizione della patologia, che da diritto alla fornitura mensile di prodotti speciali. Essa infatti provoca l’atrofizzazione delle cellule intestinali che assorbono gli alimenti e provoca dimagrimento, anemia, ipovitaminosi, carie dentarie e un generale deperimento organico. Stabilita la diversità tra le due categorie di disturbi, devo ricordare che se non si è allergici al glutine risulta dannoso mangiare i cibi speciali. Il glutine infatti, oltre a dare forza alle farine, cioè a renderle collose e panificabili, conferisce loro il gusto; affinché gli alimenti speciali abbiano caratteristiche simili, seppur senza glutine, esse vengono addizionate di grassi, sostanze chimiche di vario genere e zuccheri, che li rendono vere bombe caloriche.
Chi è obbligato ad usarle perché allergico tollera gli effetti negativi, perché meno seri della celiachia, ma chi ha solo convinzioni da ipocondriaco, continui pure a mangiare cibi normali, facendo piuttosto attenzione a quantità e qualità e la vita tornerà a sorridergli!