Via Fani e l’elenco da invertire
Esattamente quaranta anni fa Aldo Moro veniva rapito dalle Brigate Rosse.
In Via Fani, si è ricordata la strage. Le nostre autorità hanno proceduto alla cerimonia ufficiale, scoprendo una lapide già presente, restaurata.
Come sottolinea Claudio Magris sul Corriere della Sera, i cinque servitori dello Stato uccisi quel giorno, vengono sempre menzionati in secondo ordine, quasi fossero vittime di “terza classe”.
Il collega sopracitato parla di “oblio ripugnante”: parole dure, che ben sottolineano come-quasi sempre-alla memoria degli agenti di scorta vengano dedicate solo poche e marginali righe.
Anche le immagini trasmesse dalle televisioni evidenziano questa differenza.
In questo giorno, tutti i giornali hanno la foto di Aldo Moro in primo piano e quella dei due carabinieri e tre poliziotti trucidati in secondo piano; le stesse dimensioni delle foto sottolineano questa disparità.
Stamane, mi è venuta un’idea: quella d’invertire nei titoli di giornali, riviste, tg, l’elenco delle vittime uccise dal terrorismo.
E questo non solo per Via Fani, ma anche per Capaci e Via D’Amelio e molti altri casi nei quali coloro che si impegnano quotidianamente nella difesa della nostra patria e dei suoi valori, hanno trovato la morte per mano assassina.
Sono convinto che Aldo Moro, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tutti gli altri rappresentanti delle nostre istituzioni, scomparsi in quei tragici momenti, non solo sarebbero d’accordo, ma ne sarebbero felici.
Baldassarre Aufiero, marzo 2018 – © Mozzafiato