Politicalciando
VOTI E PALLONI
Parlar di politica è come parlar di calcio, almeno in Italia: si elogia incondizionatamente la propria parte, si difendono le parti amiche, si attaccano quelle avverse.
Ogni tanto ci si ritrova forzatamente uniti a sostenere la propria nazione contro le altre.
Avete mai sentito (e visto) parlare certi capi partito? Non vi sembrano (solo un po’ meno sgrammaticati e malvestiti) quegli allenatori sguaiati che sbraitano e si affannano per difendere la propria squadra e i propri giocatori, anche quando sono indifendibili?
Per non parlare poi delle seconde linee-assimilabili ai ‘capitani’-o della ciurma.
Avete mai notato quanto i ‘fedelissimi’ dei partiti assomiglino ai ‘tifosi’? Stesso livello culturale o quasi, stessa cieca devozione irrazionale, stessa predisposizione ad atti insensati; o quasi.
Avete mai paragonato i commentatori politici a quelli calcistici? Stessa iracondia di chi si azzuffa per futili motivi; stessa flaccidia di chi parla di ciò che non fa.
Avete mai ascoltato e assimilato attoniti la banale e stucchevole retorica nazionalista di quando si ‘deve’ parlar bene della squadra del Paese, così come dell’intera Patria, salvo poi alla prima successiva occasione dividersi e tornare a scannarsi?
Avete mai stimato quali fiumi di soldi, sottratti a ben più nobili e colti impieghi (e a volte pure di chissà quale provenienza o destinazione), girino intorno all’uno come all’altro mondo?
‘La politica è una cosa sporca’ dicevano i vecchi per scoraggiare i giovani ad entrarvi. Forse perché non avevano ancora conosciuto il calcio ‘moderno’.
Che fortuna avere gli anticorpi per non esser contagiati dal tifo, né dell’uno né dell’altro tipo.