Alla Fiera dell’Est
La prima impressione che ho avuto di Gianroberto Casaleggio, è stata la sua somiglianza con Angelo Branduardi.
Entrambi con lunghi capelli brizzolati, tendenti al bianco, entrambi con uno sguardo perso nel vuoto.
Diversi nell’espressione del viso: Branduardi allegro e sorridente, Casaleggio triste ed austero.
Entrambi cantastorie.
Il primo, compositore di splendide canzoni medioevali e rinascimentali, con musiche delicate e garbate.
Il secondo, creatore di fiabe apocalittiche (Gaia) e di una politica decisa da un misero click nella rete.
Angelo Branduardi nel 1977 cantava nel suo primo album Alla Fiera dell’Est:
“Per due soldi un topolino mio padre comprò”.
Casaleggio nel 2013 con due soldi (piccolo imprenditore informatico) e con un grillino (Beppe) riuscì a conquistare il 25% dei voti degli elettori italiani.
Chapeau.
Il progetto era entusiasmante, politica trasparente, ecologia in primo piano, eliminazione delle spese inutili nella pubblica amministrazione ed altri progetti per un vero rilancio dell’Italia.
In seguito abbiamo ascoltato buffonate tipo l’esistenza delle sirene, indegni commenti sulla morte di Giorgio Faletti , il cattivo augurio a Giorgio Napolitano ed infine il delirio dello spilungone di Di Battista “il terrorismo è l’unica arma rimasta a chi si ribella”.
Ma abbiamo assistito anche al decadimento di Beppe Grillo, da solido comico a inconsistente politico.
Oggi con la morte del suo sciamano digitale, il Movimento 5 stelle, si trova di fronte ad una grande perdita.
Un uomo discreto, che lavorava dietro le quinte, con intelligenza e lungimiranza.
Di altro spessore rispetto a chi oggi rappresenta il “direttorio” del movimento.
Ma, come cantava Branduardi : “Unica è la Morte, da sempre madre del dolore”.