Monsignor Enrico dal Covolo: “Tener conto dell’ultimo”

Last Updated: 12 Giugno 2015By
La prima immagine che mi regala Monsignor Enrico dal Covolo è legata ad un ricordo della sua infanzia, quando con la famiglia passeggiava tra i rifugi alpini del Veneto, sua regione natale. Lui, ultimo di dieci fratelli (cinque sorelle e cinque fratelli), era anche l’ultimo della fila, dopo di lui c’era la mamma che la chiudeva. Il leader era ovviamente il pater familias, il suo babbo, un magistrato. In rigido ordine gerarchico. Si lamentava con la mamma perché il papà andava troppo veloce e lui era stanco. La mamma serenamente gli rispondeva di prendere il posto del papà e di fare lui la strada per tutti. A quel punto il suo passo cambiava, camminava intrepido davanti a tutti, assaporando la bellezza della Natura, con la curiosità della scoperta. Questa memoria, rievocazione di vita familiare così intima e personale, ci svela alcuni aspetti della personalità del Magnifico Rettore dell’Università Pontificia Lateranense.
“Quando poi guidavo le gite in montagna dei ragazzi durante il mio tirocinio salesiano, avevo sempre lo sguardo rivolto all’ultimo e rivolgendomi a lui lo incitavo a raggiungermi e a mettersi davanti a me e a condurre. Questo mi è rimasto ancora oggi  come stile educativo, occupandomi degli studenti fuori corso o di coloro che frequentano poco l’Università. In effetti queste lunghe passeggiate tra le montagne della mia regione, mi fecero intuire due aspetti fondamentali della Vita e delle relazioni. Saper essere leader significa: tener conto dell’ultimo per non perderlo.“.
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“Monsignore, lei insegna da 45 anni. In una recente intervista ha affermato che il Docente universitario deve possedere tre capisaldi:a) Competenza professionale b) Consapevolezza della sua missione formativa c) Testimonianza di Cristo. Quanto invece, secondo Lei, il Docente deve essere anche un  “attivatore di energie”, stimolare il piacere e la “libido” della conoscenza ed attivare meccanismi di interesse?”
“Ritengo che sia fondamentale creare una “testa ben fatta”, non solo capace di essere autonoma, ma portata soprattutto  ad una ricerca interiore. E’ inutile fornire tanti dati allo studente, il docente deve trasmettere la curiosità della conoscenza come presupposto alla crescita. Quindi solo così lo studente diventa protagonista”.Incontro-Papa-Francesco
 La forma di comunicare di Papa Francesco sta diventando una vera rivoluzione, dal semplice e potente “Buonasera” appena si è affacciato dopo l’elezione a Piazza S. Pietro, al “pregate per me affinché il Signore mi benedica”, alle improvvise visite senza preavviso alle baraccopoli di Roma. Fino a giungere al desiderio del Pontefice espresso più volte: “Vorrei una Chiesa povera per i poveri”. Quanto è importante per Lei, Eccellenza, e per i suoi Docenti questo esempio?
“Questo esempio è fondamentale e decisivo per me. Vorrei condividere un episodio personale. Nei lunghi giorni seguenti la rinuncia di Papa Benedetto e prima dell’elezione di Papa Francesco, ho vissuto un momento di disagio ed avvertito un senso di solitudine. Ho fatto una preghiera speciale al Signore, che donasse alla guida della Chiesa un Pontefice che non disperdesse per nulla il ricco patrimonio dottrinale di Papa Benedetto e che sapesse veicolarlo alla gente in maniera comunicativa, soprattutto verso i piccoli e i poveri. Parlo di piccoli e poveri, dato il mio spirito salesiano. Credo che l’elezione di Papa Francesco abbia esaudito la mia preghiera”.
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“Cosa significa crescere in una famiglia numerosa come lo è stata la sua? Cinque fratelli e cinque sorelle, cosa si sviluppa in questa giostra  di relazioni?  Quanta solitudine vivono i figli unici ?”
” Aver vissuto in una famiglia numerosa è stata una grazia. Ho avuto la fortuna di vivere i valori autentici del Vangelo e della società durante la mia infanzia e adolescenza. Si immagini che il mio papà il sabato e la domenica ci dava delle lezioni di catechismo individuali. Rispettando la personalità di ognuno dei figli ed instaurando con ognuno di noi una “zona di onestà”, attraverso un esame di coscienza. Condividere spazi e bisogni è una forma di arricchimento personale, specialmente se si sviluppa da giovani. Credo che i figli unici, nella maggior parte dei casi, siano caricati di troppe attenzioni e responsabilità. Molte volte si sviluppa un carattere più complesso. Ma non bisogna generalizzare in questo caso, vi sono mille variabili che influiscono, dal carattere dei genitori all’ambiente circostante e molte altre ancora”.
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20150603_124343“Quale è il suo piatto preferito? Coltiva l’hobby della cucina?”
“Il mio piatto preferito risale ai sapori ed agli odori della cucina materna. Un piatto di gnocchi, quelli fatti in casa con patate e tanta manualità, cucinati semplicemente con burro e salvia. No, non cucino, ma nei momenti che ho dovuto farlo, mi sono difeso discretamente, mettendo sui fornelli piatti della tradizione mediterranea come una pastasciutta, una cotoletta oppure una frittatina”.
“Tra un libro ed un brano musicale, che cosa preferisce per passare un momento di relax?”
“Sicuramente un libro, pur se ho suonato per parecchi anni il violino e sono un estimatore delle canzoni di Lucio Battisti”.
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 “C’è una domanda che si sta ponendo recentemente, una meditazione su cui ultimamente riflette spesso?”
” La questione che mi sto ponendo ultimamente  è legata alla mia missione di educatore. Mi domando cosa possiamo fare per questa questa gioventù dell’orizzonte euro-atlantico. Al sentir dire che in un paese del Nord Europa la prima causa di morte degli adolescenti è il suicidio, mi cade il cuore. Vuol dire che non siamo stati capaci, come formatori, di fornire ai giovani il senso dei valori e di spiegar loro come affrontare la fatica del vivere. I valori sono crollati tragicamente tra questi ragazzi. Cosa fare? Durante queste vacanze estive mi sono proposto di fare delle riflessioni ulteriori sulle soluzioni possibili e su come intervenire con qualche risposta operativa e concreta. Questo sarà anche il modo di affrontare il Giubileo straordinario della Misericordia per i giovani della mia Università.”

Baldassarre Aufiero, giugno 2015 – Mozzafiato Copyright

 

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