Premio Nobel gettato alle ortiche.
Un Premio Nobel per la scoperta del DNA. Questo ha ricevuto James Watson nel 1962 dall’Accademia di Stoccolma. Una delle scoperte a livello scientifico più importanti di questo millennio. Forse la scoperta che aiuterà nei prossimi anni, con le dovute ricerche e gli opportuni studi, l’intera umanità a vivere meglio. Eppure una frase pseudo razzista lo ha condotto alla miseria. Ed oggi lo costringe,all’alba dei suoi 86 anni, a mettere in vendita la medaglia d’oro di cui era stato insignito per poter vivere in maniera decorosa.
Ma partiamo dall’inizio. Il Professore James Watson nel 2007 rilascia un’intervista al Sunday Times dichiarando che i neri sono meno intelligenti dei bianchi. Una frase sicuramente esecrabile. Ma lo scienziato ha precisato che si riferiva al timore del futuro per il popolo africano, con un quoziente intellettivo basso dovuto alla miseria ed all’analfabetismo. Inoltre si è scusato della stupidità della frase, asserendo che non doveva essere considerata in maniera prestabilita razzista. Ma tale affermazione ha significato per il Professore americano la rottura del vaso di Pandora . Tutto il mondo accademico lo ha isolato, ha perso tutti gli incarichi che ricopriva e l’ostracismo sociale nei suoi confronti ha avuto degli effetti rigidamente “ateniesi”. Ieri un amico, esimio Professore universitario, commentando la notizia conveniva con me che questo atteggiamento del mondo accademico nei confronti di James Watson è stato non solo scorretto, ma anche indegno per quella categoria di persone, che dovrebbero rappresentare la Cultura. È come se Papa Paolo III avesse proibito a Michelangelo di continuare a dipingere la Cappella Sistina, perché aveva scoperto l’omosessualità dell’artista toscano e quindi limitarne l’ingegno creativo ed ostacolare la sua produzione artistica. Inoltre mi faceva notare che quando Silvio Berlusconi affermò seriamente che Barak Obama era abbronzato, si generò una polemica durata circa una settimana e ciò nonostante il leader di Forza Italia non perse nessun incarico. In maniera provocatoria ha aggiunto che oggettivamente Leonardo da Vinci, William Shakespeare e Albert Einstein erano bianchi,l’eccellenza dell’Umanità nell’Arte, nella Letteratura e nella Scienza. Bene ritengo che questa ultima affermazione non possa essere messa in discussione, come il fatto che la frase dello scienziato americano sia stata inopportuna e sconveniente.